Boh

  • perchè nelle partite al posto dei soliti commentatori esagerati non lasciano la presa diretta del campo?
  • perchè Elsève a un certo punto è diventata Elvive? Sarò mico l’unico a ricordarselo…
  • perchè i fenomeni salgono sul metrò pieno con sulle spalle lo zaino della merda?
  • perchè l’oggi farebbe sempre più schifo rispetto a una volta? sì, anche a proposito della trap
  • perchè comprano ancora acqua in bottiglia?
  • perchè non mangiare qualcosa che è caduto a terra?
  • ma ‘sta gente che dice tutte ‘ste boiate medievali online su immigrazione, diritti umani, cazzo ne so è mai stata un weekend a Londra, Berlino, Barcellona…?
  • perchè dovremmo imitare il sistema scolastico di americani e nordici, che saranno anche preparatissimi nel loro micro segmento ma non sanno un cazzo del resto?
  • perchè la gente non va al parco al posto che al centro commerciale?
  • perchè le donne cliccano a mitraglia sopra precedenti clic mentre la rotellina gira ancora?
  • cosa fa puzzare l’alito da schifo dopo che hai fumato ganja? 😀
  • perchè stando ai piagnistei dovremmo essere tutti con le pezze al culo ma in giro non vedo altro che Audi e piumini Colmar?
  • cazzo criticano Facebook e poi lo usano?
  • perchè si dicono cattolici ma non aiutano il prossimo, scopano fuori matrimonio e non ringraziano il signore a sufficienza?
  • perchè tuo figlio non dovrebbe essere attaccato al cell tutto il tempo se lo sei anche tu?

Internet mi ha già rotto il cazzo

Ormai è ufficiale, amici. Truck Driver, il vostro amato camionista blogger scoreggione s’è rotto le palle di Internet. Notizie, informazioni, opinioni, dati, file, tweet, post, blog, feed, clip, ‘sti cazzi dentro il culo (scusate il francese). Dico, non si viveva mille volte meglio prima dell’avvento di ‘sta porcata tecnologica globale?

Fermatevi un attimo. Basta commentare l’ultimo provvedimento della regione Molise in termini di ristrutturazione di fontane pubbliche: guardiamoci in faccia. Diamoci pacche sulle spalle. Versiamoci del vino, distribuiamo taralli, qualcosa. BASTA friggerci il cervello con tutte ‘ste informazioni disponibili. Tutti presenti, tutti attivi, tutti mass media. Tutti online, tutti partecipi, tutti consapevoli. Ma chi l’ha detto? Consapevoli di cosa, poi?

A me sembra invece che l’abuso di informazioni ci abbia reso di molto peggiori. Di molto! Almeno una volta era chiaro il concetto che per dire qualcosa bisogna prima saperne. Qualsiasi cosa, eh? Musica, arte, ammore, sesso, politica, economia, viaggi, eccetera. Qualsiasi argomento infatti richiede per essere analizzato di TEMPO e STUDIO. Due concetti che sembrano invece essere definitivamente andati affanculo di recente, o sbaglio? Inoltre la troppa abbondanza di fonti – come dice il saggio – sta causando penosi problemi di scarsità di senno nel gestirle. Tipico. Lo si sapeva. Il concetto lo hanno ribadito gli economisti già parecchi decenni fa: inflazione. I sociologi dei media (qualunque maledetta professione sia :D) hanno confermato: ridondanza. Ora gli esperti di karma camionistico come il sottoscritto ci tengono a sottolineare il concetto: il troppo stroppia. Mica per niente.

Bene, è ora di sciropparvi l’ennesimo bullet point sotto e MUTI! Qui scrivo io. Apritevi il vostro blog, se volete dire la vostra.

(No, aspetta, cazzo… è proprio l’opposto di quello vado predicando a ‘sto giro…)

Cioè, voglio dire, prendetevi una cassetta della frutta vuota, trovatevi un punto adatto nel parco, ribaltatela e appoggiatela sulla ghiaia o sul terriccio, salite su di essa e mettetevi pure a pontificare su quello che volete. Alla ‘Speaker’s corner’, e allora no? Vediamo poi quanti vi cagano effettivamente e dopo quanto vi demoralizzate e ve ne tornate a casina. Alè.

  • Uno fa il carino e il premuroso e tutto quello che ottiene dal partner seriamente malato di internet è una serie di distratti ‘Ah sì? Ma dai? Davvero?’ oppure una sfilza di sbuffi e sospiri fuori contesto, con gli occhi fissi su whatsapp e facebook, mentre gli (le) si racconta una confidenza o quanto di carino o insopportabile ci è successo nella giornata
  • con tutta la musica a disposizione ogni santo giorno su qualsiasi cazzo di device alla fine ci si rompe i coglioni di tutto, si fanno fesserie tipo interrompere gli Stooges a metà canzone, viene la nausea da Alt-J e Arcade Fire (e quella già la capisco di più) e ci si riduce a sbirciare di nascosto le foto hot di Jennifer Lawrence- a proposito, dove cazzo sono andate a finire, mi chiedo…
  • quando accade un fatto, un qualsiasi fatto, come minimo per 48 ore non si dovrebbe dire un cazzo. Nessuno di noi. Media inclusi, anzi loro per primi. Ma un cazzo proprio, amici. Da che mondo è mondo, il bruciapelo porta solo problemi, e lo sappiamo benissimo come esseri umani. Ma con Internet ce ne siamo completamente dimenticati, e partecipiamo tutti allegramente alla patetica fiera del ‘quarto d’ora di gloria per ciascuno, mi raccomando composti’. Era dai tempi della messa obbligatoria per chi voleva partecipare alla castagnata in Val Fizzetta che non sentivo roba tanto ridicola
  • almeno una volta, in piazza, uno ci metteva la faccia alle stronzate che diceva – e dunque molto spesso si conteneva – ma oggi? Che ci vuole a dire fesserie comodamente da casa propria? Proporrei che almeno fosse obbligatorio navigare in rete da Internet Point lontanisssssimi da casa propria, o da smartphone altrui. Distanza minima 10 kilometri. Dovrebbe già bastare a tagliar via un pò di croppa, che dite?
  • in metrò o sul tram si leggevano romanzi, pian pianino, giorno dopo giorno, assaporandoli, oggi invece curiosiamo le foto in bikini della vicina o dell’ex compagno delle medie o ci frulliamo il cervello con Ninja Fruit, Ma le foto in bikini non sono comunque un buon esempio, mi remano contro! Ritiro. Rimane Ninja Fruit. e Candy Crush. E il gossip di Huffington Post (tiè!) 
  • con tutto ‘sto internet una volta che chiami qualcuno al telefono o, addirittura, aprite bene le orecchie, INCONTRARLO DI PERSONA. Eh sì, avete capito bene, incontrare le membre corporee altrui senza nessun filtro tecnologico. Voglio dire, di persona persona! Dal vivo, dal vero. Esatto. Insomma, quando chiami o gli citofoni, costui rimane talmente basito, ma basito basito, che al confronto l’F2 degli autori di ‘Boris’ è un’espressione attoriale scialba, vuota. Ma è mai possibile, fratelli? Dove siamo andati a finire?

Amatevi tutti di più, e basta. E adesso andatevene affanculo che c’ho Judo.

 

Forse non tutti sanno che…

  • anziani-che-camminano-con-le-mani-dietro-la-schienai vecchi tengono le mani giunte dietro la schiena – sì, proprio quell’immagine del vecchietto insolente a ficcare il naso nei lavori in corso per strada – per un semplice motivo fisico: con la panza non v’è altro modo dignitoso di far sostare gli arti in modo congiunto
  • la parola olandese più conosciuta al mondo è apartheid, e non è proprio una bella cosa. Diciamo Continua a leggere

I migliori e i peggiori

Ce n’è di gente in giro, vero? Di ogni tipo, e per ogni necessità. Sembra fatta apposta. Vuoi incazzarti? Prego, ecco un impiegato di sportello imbranato, fresco fresco per il tuo sfogo. Vuoi darti arie da fighetto creativo all’ora dell’aperitivo? Pronti, per te un gruppetto di cross media expert residenti a Barcellona e Berlino, alti, sottili, scarpe lunghe, jeans attillati e corti e t-shirt nera senza niente. Ah, barba, ovviamente, e occhiali giganteschi con montatura scura. Vuoi invece una bella rissa da Far West? Eccoti maghrebini e ecuadoregni: distribuisci birre, semina zizzania e scegli poi da che parte stare (o scappa). Vuoi tirare i capelli a una vecchia insolente? Vai alle casse dell’Unes vicino a casa mia, la becchi sicuro. Vuoi indignarti senza timore di offendere nessuno? Ci sono i pedofili. Vuoi provare ribrezzo condiviso? Gli zingari. Protestare a più non posso? C’è la ‘casta’ (come se il problema non fossero gli italiani e il loro atteggiamento del cazzo, ma solo qualche centinaio di loro degni rappresentanti… mah). Vuoi far sesso? Le mogli! 🙂

Io non credo in niente, amici, o meglio credo nella gente e nella natura (sì, la marijuana era ottima, grazie per l’interesse). In ogni cosa c’è una via naturale e una che non lo è: credo che vada sempre imboccata la prima. E credo che nulla, e ribadisco NULLA al mondo sia assoluto e definitivo. Nulla che valga la pena di imporre a qualcun altro. La verità, la ragione non sono mai solo da una parte sola in una contesa, e il concetto stesso di ragione è tutto da vedere, talvolta. Ma non è questo il punto. Ci sono comunque fatti e dati inconfutabili, al mondo. Pochi, ma ci sono. Tipo, che Biagio Antonacci fa cacare e che i due litigiosi dei Soliti Idioti fanno morir dal ridere, cazzo. Che le lasagne al forno fanno sbavare da quanto sono buone e che i mocassini – ricordate? Quelli col penny incastrato in mezzo – sono scarpe ridicole. Fatti. Certezze.

Tra questi, tra le poche inconfutabilità umane, ci sono le due liste sotto: le persone migliori del mondo (in senso generico, come categoria) e quelle più merdose. Estremi speculari, nitidi e innegabili. Se non siete d’accordo, vi caccio da kaizenology e vi spedisco in uno di quei blog letterari in posizione migliore della nostra, nella classifica stilata non si sa bene da chi e come. Ma tant’è.

Dunque, le persone migliori del mondo:

  • quelle che ti salutano e ringraziano (o rimpregano)
  • quelle che ti si rivolgono con cordialità nelle cose di ogni giorno, tipo comprare un biglietto o una brioche, o nell’imbarazzo di volersi entrambi sedere nell’unico posto libero sui mezzi. Un sorriso cordiale, un prego cortese, anche se magari sei incazzato nero. Non serve di più, mica ti si chiede di fare il buon samaritano con gli estranei. Basta essere predisposti alla cortesia, all’empatia, perlomeno al primo contatto. Poi invece, in caso di problemi, come dico da sempre, pan per focaccia a profusione. E senza remore
  • quelli che sorridono si bambini, perchè hanno capito tutto della vita
  • quelli che stanno in fila senza cercare di fottere gli altri, perchè sereni e intelligenti: chi raccoglie semina, e chi vuole fottere sarà a sua volta fottuto senza pietà. E con immensa gioia
  • quelli ironici, perchè contiamo singolarmente molto meno di quello che ci piace pensare, e perchè sarcasmo e scetticismo, conditi di humor, sono un cibo più sano di permalosità e troppa autostima
  • quelli umili,  perchè troppo spesso si confonde dignità con benestare, che sono invece concetti diversi. Talvolta opposti, di fatto.

Le persone peggiori:

  • chi lascia la macchina in posti di merda, intralciando gli altri
  • chi guida come un criminale e poi va a finire che a schiattare ci finiscono gli altri, le vittime, e non lui, il maiale impunito
  • chi parla sempre e solo di se stesso, cos’ha fatto, cos’ha comprato, come si sente, cosa dicono gli altri di lui/lei… non gliene frega un cazzo della tua presenza, in quel momento, ha solo bisogno di audience. Ma chi se ne frega: nessuno lo ascolterà mai davvero e per giunta manco ti interesserebbe davvero raccontare a un tipo così qualcosa di tuo
  • chi tratta male qualcuno per pregiudizio o per pessima abitudine. Non fraintendetemi: trattare male ha il suo perchè, ma mai come primo approccio e senza motivazione. Allora è solo attitudine di merda, che va curata a pugni in faccia (metaforici). Sono convinto che se tal arrogante ricevesse – per esempio – dieci risposte di molto più offensive dei suoi approcci nei primi dieci contatti della giornata, giorno dopo giorno,  fanculo dopo fanculo, cambierebbe un pochino il suo modo di fare
  • quelli che si piazzano davanti alla porta scorrevole della metrò, appena fatto un passo dentro (e magari con zaino da giro del mondo sulle spalle) e non capiscono CAZZO che se entri adesso e devi uscire tra quindici fermati forse è davvero meglio che ti levi dai coglioni e ti vai a spalmare sul lato opposto, buono buono
  • chi butta rifiuti per strada, o nei boschi o sulle spiagge. O meglio, chi li butta dove non vanno buttati
  • chi alza le mani
  • chi fa cacare il suo maledetto cane di merda sul marciapiede e non raccoglie la produzione
  • chi evade le tasse

Proposte per Milano

Io quattro consigli in croce da dare a donna Letizia ce li avrei. No, perchè mi sembra evidente che la situazione stia precipitando, qui nella Capitale finanziaria d’Italia, come dicono. Se una volta faceva ‘solo’ schifo, adesso è al limite dell’umanamente sostenibile. E questo non va bene per niente: con gli anni, i decenni che passano le cose non dovrebbero mica piano piano migliorare? Concetto semplice, naturale, umano. Succede così dappertutto. Per questo la Spagna trent’anni fa era terra brulla e polvere e oggi invece Barajas spacca, a livello di aeroporto. E l’Andalusia – che corrisponde al nostro sud – è pulita, organizzata, con un’ottima viabilità.  Cristo santo, sono stato a Malaga qualche mese fa e pareva Monaco di Baviera! Per questo, facendo un altro esempio, Istanbul è diventata moderna, openminded, tecnologica. Per non parlare poi delle grandi città alle quali Milano si paragona, o che addirittura crede di avere sotto nella graduatoria generale di importanza. E allora?

Avete mai girato di recente per Milano, amici internauti? Un’esperienza… toccante. Se la qualità della vita è  Toronto, Zurigo o Copenaghen, allora Milano è Bucarest, il Cairo e Calcutta messi assieme. Ma solo in senso negativo, e in aggiunta è molto più aggressiva delle simpatiche città menzionate. Milano ti fa incazzare come una bestia. È inevitabile.

Ora, anche a costo di agevolare l’attuale sindaco – sì proprio quella distinta signora dalla faccia così simpatica, esatto –  adesso che siamo all’inizio di una lunga campagna elettorale in vista delle elezioni comunali del 2011, mi preme snocciolare un elenco di spassionati consigli su come rivoltare la città come un calzino e portarla alla riscossa. Roba un pò drastica, forse. Per sindaci con le palle (metaforiche, altrimenti lei sarebbe già tagliata fuori). Ma vediamo fin dove si vuole spingere quella minuta sagoma pallida dai tratti fantasmatici, a dire il vero, per preservare la poltrona. Altrimenti i consigli valgono pari pari anche per i giovani avversari politici in lizza: Onida, Pisapia e Boeri.

😀

Scusate.

Eccoci con le proposte:

  • divieto di automobili. Proprio totale. Si gira solo in bici, tram, autobus, metro, rollerblade, monopattino, tandem, risciò, tuk tuk e cazzi vari. E coma fa la mia anziana zia, che la devo portare dal dottore ogni mercoledì alle 11:.00 in punto? Ci andate coi mezzi, bellezza. Ma è anziana! E allora? Tra trent’anni saremo tutti anziani in ‘sto paese di merda. Che facciamo, ci ricopriamo di macchine fino a quando – grigi in volto – sbuffiamo smog al posto di parlare? E i miei bimbi come li porto a judo? In bici. Ma piove! Copriti. Ma rischio la vita… Si libereranno due posti a judo allora, con la lista d’attesa che c’è. Ma la spesa come la faccio? A piedi. Così non compri più quelle bottiglie d’acqua di plastica di merda. E lavori di bicipiti. E la mia suocera? Lei non potr… Silenzio! Divieto di auto E BASTA.
  • divieto di centri commerciali (strettamente legato al divieto sopra), e divieto di opinione da parte dei commercianti. Non ci interessa cosa ne pensano, è evidente che i loro interessi sono puramente economici e non rivolti al benessere dei cittadini. Nulla da dire a riguardo (anch’io non lavoro per la gloria), ma sulle decisioni collettive, semplicemente, serenamente, pacatamente, non ci interessa il loro punto di vista. Punto. Se non vi sta bene, andatevene a Treviso, che forse a loro interessa. O a Varese, che ne so.
  • divieto di settimane della moda. O meglio, no (dai, non posso essere così drastico! Fashion is business), obbligo di settimane della moda ripensate. Trasporti solo di tipo pubblico. Niente modelle stuzzicadenti ma piacenti donne della porta accanto. Eventi che facciano DIVERTIRE e non siano invece un ritrovo di pelli tirate e scope ficcate sù per il culo di involucri umani rivestiti di lusso fuori luogo. Inviti per sfilate ed eventi gratuiti per ragazzi, studenti, impiegati, colf e casalinghe, fino ad esaurimento. Quel che avanza – se avanza – a estrazione tra i vip del cazzo, tutti ammassati all’aperto, al freddo, sotto la pioggia, gettando i tagliandi dall’alto e vedendoli azzannarsi l’un l’altro per accaparrarseli. Modello aiuti umanitari in Pakistan. E diretta televisiva in Pakistan, naturalmente, con la gente del posto che guarda i vip, inorridita. E la dolce bimba pakistana dagli occhi grandi e neri che pensa: Fanculo all’Europa, mi apro un e-business qui e chi si è visto si è visto.
  • drastica riduzione dei locali fighetti e sostituzione immediata con trattorie, refettori, mense, taverne, tavole calde, fredde e tiepide. Divieto di insalate a 7 euro, panini a 5 euro, cappuccini a 3 euro. Non vi sta bene, commercianti? vedi sopra 🙂 Treviso! Varese!
  • divieto di selezione all’ingresso dei locali notturni. Perchè? Perchè ha rotto i coglioni. Ma come si fa a selezionare la clientela, allora? Aò, ma il tuo è un locale pubblico o un esperimento darwiniano? Selezionati le idee buone nel cervello, e renditi conto che non ce ne sono. Amico. Il locale si crea da solo, non lo sai? Richiama la gente da solo, per la qualità della musica, l’aria di festa, la voglia di aggregazione. Se nel tuo locale strafigo ci vuole entrare gente di merda significa una cosa sola: che il tuo locale è di merda.

Ecco, per me già basterebbe così. Milano sarebbe una città migliore, con questi piccoli, modesti accorgimenti. Dunque, coraggio candidati sindaci. Provateci. Ah, ma certo, dimenticavo:

  • divieto di atteggiamenti furbi e mafiosi.

Ma avete ragione, lo ammetto… Sono esagerato e patetico.