Strizza Intelligence

Era dai tempi del punteruolo magico che non mi sentivo tanto su di giri.

Il crescere figli mi aveva senza dubbio rammollito, neanche più una fantasia di atto vandalico su SUV di arroganti evasori fiscali o puttanieri berlusconiani, non uno straccio di litigio con il solito stronzo bmw-munito. Stentavo persino a riconoscermi. Io, paladino del pedone indifeso (seppur autotrasportatore padroncino di un bisonte Scania). Io, pioniere del traffico civile. Ridotto ora a partecipare alla riscossa di questo martoriato paese guardando Ballarò e poco più.

Poi un giorno un paio di amici mi accesero una lampadina, al dopolavoro degli Autotrasportatori Pugliesi Riuniti. Loro scherzavano, io nella mia testa per niente.

“Perchè non facciamo finta di essere scagnozzi o agenti di qualche servizio segreto deviato? Sai, quei tizi che non sai mai chi sono davvero ma che ti fanno da subito paura… Noi ce ne andiamo a zonzo, rompiamo le palle a una vittima prescelta e quando questo reagisce minacciamo oscure ritorsioni. Così, per divertimento. Per vedere l’effetto che fa. Come se fossimo gente importante con licenza di fare quello che gli pare. Ed è incredibile, ma la gente lo accetta: non accetta una multa o una cartella esattoriale, ma si fa schiacciare i piedi dal macchinone sul marciapiedi di qualche potente…”

Sante parole, pensai. È proprio così: siamo caduti talmente in basso da sbeffeggiare le leggi senza ritegno, ma poi tremare come cacasotto di fronte alle minacce di uno sconosciuto che ostenta intrallazzi e promette di non farcela passare liscia. Ecco. Questo è proprio ciò che voglio fare, dissi tra me, mentre i soci stappavano Splugen a volontà: minacciare gli impuniti di interventi di altri impuniti – superiori – che li rovineranno. Cane mangia cane. Combattere il nemico con le sue stesse armi. Sentivo i brividi lungo la schiena.

Allora cominciai ad attraversare strisce pedonali apposta con passo lento, per far spazientire il guidatore del macchinone addocchiato qualche istante prima. Alla prima lamentela nei miei confronti attaccavo puntualmente briga, ma non in modo politically correct, tipo contestando l’inciviltà o il maltrattamento dei pedoni, bla bla bla. In quel modo l’impunito quasi sempre ti liquida in un baleno, con la sua strafottente arroganza che manco considera tematiche simili, e tu oltre che cornuto vieni pure mazziato. Il che di norma non mi va molto.

Attaccavo briga alla Truck Driver, invece. In modo subdolo, cattivo, scorretto. Bastardo dentro. Tipo:

“Cosa vuoi fare, schiacciarmi del tutto lungo le strisce pedonali, già che ci sei?”

“Ma che vuoi? Passa e sbrigati.”

“Prima chiedi scusa, e poi comportati bene per strada, con ‘sta macchina da pappone evasore fiscale.”

“Cosa dici? Bada a come parli.”

“Perchè se no, cosa succede? Non vorrai mica avere ragione, queste sono strisce pedonali e tu hai fatto il furbo provando a passare prima. Invece attraverso io, e tu devi solo stare zitto, chiedere scusa e poi stare zitto.” Al che di norma la vittima si adirava e – a seconda della mole e dell’attitudine rissosa – cominciava a sua volta a gonfiare il petto. E io buttavo lì subito un paio di gesti volutamente molto evidenti, tipo annotare a mente il numero di targa, guardare fisso un certo punto in alto dell’edificio di fronte, fare il gesto di stringere l’auricolare all’orecchio o roba simile. Come se fossi stato uno losco, uno in incognita, uno da lasciare stare. Uno al quale certo non pestare certo i piedi – men che meno in senso stretto. E da quel momento in poi percepivo dominio assoluto, potevo dire e fare ciò che volevo.

Cazzate da galletti psicopatici di questo tipo, amici. E così controllavo anche il rispetto delle file nei negozi e negli uffici postali, mettevo becco mentre sudici ricconi tentavano di mollare la loro auto di lusso ovunque volessero, intralciando gli altri, infastidivo chi di norma infastidisce gli altri. Ma mica in nome della correttezza, troppo facile, bensì in nome del timore che adoravo incutere. Come fossi un emissario della cagarella. Un agente segreto della Strizza Intelligence.

Un idiota, dite? Può essere, ma era tempo che non mi sentivo tanto su di giri.

i-soliti-idioti-litigiosi-s04e04

2 thoughts on “Strizza Intelligence

  1. Questo post mi ricorda molto la morale di un pezzo di Gioele Dix, quello sulle targhette delle ferrovie italiane…

    Semplicemente geniale e totalmente veritiero.

    Purtroppo ci si fa beffe dello Stato perchè lo Stato ha le armi spuntate… la giustizia fa ridere, il fisco è incapace di colpire i grandi evasori e le tecnicalità e un’innata litigiosità mediterranea trasformano una sanzione in una specie di crociata del diritto che spesso vede il multato vincere… assurdo proprio. Per non parlare della non-multa non-data al non-vip di turno [politico, troia, calciatore, eccetera…]

    E lo Stato ha le armi spuntate perchè gliele hanno spuntate… la situazione italiana non esiste in natura, non si formerebbe per inerzia.

    Comunque sia… hasta el punteruolo siempre! 😀

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