Gli accendini

lighterLa prova inconfutabile che il karma esiste, che fatalità e destino determinano eccome le nostre vite e il lento girare attorno al sole di questo rigoglioso pianeta (con parecchie nuvole nel mezzo, cazzo!), che nonostante le preoccupazioni e gli affanni di noi umani la cosa migliore da fare è sempre e comunque ‘going with the flow’, è ciò che succede ogni giorno con gli accendini.

Perchè questi strani ed ingegnosi aggeggi inventati tempo fa dalla Bic sono così fuori dal controllo di noi nervosi possessori? Perchè non si può mai contare troppo sulla loro presenza? Vanno e vengono peggio delle relazioni nate in internet e degli immigrati clandestini, e proprio sotto i nostri occhi increduli. Era qui un momento fa… ma sono diventato matto? Te l’ho dato in mano io, giuro… Non è che vuoi fare il furbo col mio accendino? Sono solo esempi di accesi scambi verbali tra irritati fumatori sull’aggeggio senza il quale dovremmo spolparci le dita a furia di pietra contro pietra o legnetto contro legnetto, o dovremmo trasformarci per sempre in adorabili tossici da strada con quella domanda un pò così: ‘Scusa, hai da accendere?’

Ma è soprattutto un dettaglio che mi fa venire la pelle d’oca. Altro che poeti maledetti francesi o grandi romanzieri russi. Altro che cantautorato italiano o musica sufi. Questi sono i grandi temi, gli eterni dilemmi. Il possesso di accendini – personale, di coppia, familiare che sia – è uno status, una condizione del tutto fuori dal nostro controllo, caduta dal cielo, che si manifesta puntualmente in fasi regolari alternate di mancanza e sovrannumero. Mancanza e sovrannumero, mancanza e sovrannumero. All’infinito. E a intervalli regolari, cazzo! È questo che mi manda in estasi. C’avete mai fatto caso? Non serve che siate fumatori incalliti (non lo sono neanch’io), basta che abbiate qualcosa da accendere ogni tanto 🙂 Gli accendini spariscono e ricompaiono, a loro piacemento- ma nell’ambito di un disegno superiore ben preciso. Le fasi alternate potrebbero essere rappresentate come segue:

-nessun accendino e maledetta ultima sigaretta (o altro) prima di andare a letto…

-quattro accendini dello stesso colore (?)

-un accendino piccolo arancione, scarico

-sette accendini variopinti, di cui un paio di quelli scadenti, che bisogna appicciare due e tre volte di fisso prima che faccia la fiamma (qualcuno saprebbe spiegarmi perchè non si accende mai alla prima volta e sempre alla seconda?)

-NESSUN CAZZO DI ACCENDINO

-l’accendino di Franco… se lo sa, lo ha cercato per due ore ieri sera, e mi sono pure incazzato perchè mi accusava di imboscarli…

-l’accendino lasciato nella tasca della felpa, l’accendino lasciato nella tasca dei pantaloni, quello caduto sotto il divano. Trovati tutti insieme, ovviamente

Dunque, amici, dato che nella vita non vale che questo principio: go with the flow, cioè non forzare niente, non impuntarti, non imporre, non sbatterti, non dire, non fare. Siediti e fumati una sigaretta (se trovi l’accendino) e aspetta: le cose si aggiustano da sole, si compensano, trovano un loro cazzo di equilibrio. Se proprio non ci stai dentro e sei un fottuto control freak come il vostro amato Trcuk Driver, prova a fregare tutte queste stronzate Zen che ti ostini a rinnegare e comprati una scatola da venti di accendini tutti uguali, da mettere nel cassetto in fondo (tu solo sai dove). Poi vivi e aspetta, aspetta, aspetta paziente. Fino al grande giorno:

‘Cazzo, ma dove sono andati a finire TUTTI gli accendini? Non è possibile, cazzo! Marco! Luisa! Giampiero! Sveva! Ludmilla! Nazareno! QUALCUNO CHE MI RISPONDA!’

‘Dove avete messo tutti i miei accendini?’

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