Riportiamo un breve scritto di Simone Regazzoni sulla querelle Pop Filosofia / pop nibelungico delle sfilate naziste / vacanze intelligenti:
Nel chiuso di una stanza con la testa in vacanza è il titolo di un libro di filosofia di qualche anno fa che riprende due versi di Sandro Penna. La filosofia può andare in vacanza? Questione futile, all’apparenza. Buona per un telegiornale estivo a corto di notizie. Che tuttavia ha guadagnato una posizione di assoluto rilievo nel dibattito, caldissimo, attorno alla pop filosofia sviluppatosi in Italia negli ultimi anni. Sarà che il pop evoca, all’accademico nostrano – poco avvezzo a studiare la cultura di massa e capace di confondere fumetti e graphic novel, Un posto al sole e Lost – qualcosa di esotico. Fatto sta che nel giugno 2008 la filosofa Nicla Vassallo in un articolo apparso sul Sole24ore scriveva: “Ma il lettore di pop è già sotto l’ombrellone di una spiaggia affollata, sta leggendo un libro pop e non deve concentrarsi”. In quell’articolo, in cui con toni apocalittici spiegava come “sopravvivere al pop pensiero”, Nicla Vassallo confessava di non amare né la pop filosofia né le fiumane estive, e concludeva, ispiratissima: “Lontana dalle fiumane estive, per divertissement ascolto Marin Marais – di cui la filosofia pop non si occuperà probabilmente mai”. Ma l’avversione dell’accademica nostrana per la pop filosofia fu, invero, un’avversione stagionale – e il suo amore per Marin Marais della durata di un amore estivo. Perché già nel 2009 troviamo Nicla Vassallo sopravvissuta così bene al pop pensiero da esserci finita dentro con un saggio su Matrix in cui proclama: “Matrix sprona ogni spettatore a filosofare”. Se ne erano già accorti altri, e da qualche anno: ma va bene lo stesso. L’accademico italiano ha i suoi tempi di reazione. E vanno rispettati. Quel che importa è che alla fine Nicla Vassallo abbandona Marin Marais per scendere in spiaggia con Keanu Reeves. Come non capirla? E non potrà allora che trattarsi, per citare un memorabile film con Alberto Sordi, di “vacanze intelligenti”.
Cosa che troverebbe d’accordo un altro accademico nostrano, Maurizio Ferraris, che in un articolo dal titolo minimalista Critica della ragione pop del giugno 2010, dopo aver mescolato a dovere, in forma di monito, il “pop nibelungico delle sfilate naziste” e “la società televisiva” in cui “la filosofia pop è dilagata”, concede, magnanimo, che si può fare pop filosofia (lui stesso, confessa, in più occasioni lo ha fatto) ma occorre ricordarsi “che è una vacanza intelligente, e un aiuto a capire un po’ del mondo in cui viviamo, ma non è niente di più di questo”. Che è un po’ come dire a quanti prendono sul serio la pop filosofia e provano a definirla in termini rigorosi come una nuova forma di avanguardia filosofica: “Ragazzi, da tempo pratico e voglio continuare a praticare in santa pace la pop filosofia, con ironia e leggerezza: vedete di non disturbare le mie vacanze intelligenti con le vostre elucubrazioni. Se state buoni potrei anche invitarvi per qualche giorno nel mio resort”. Non si tratta di un colpo di sole: i timori dell’accademico nostrano in vacanza sono ben fondati. Ha capito che se per caso passasse l’idea che la pop filosofia non è una vacanza intelligente per il club degli accademici affermati e annoiati, occorrerebbe allora cominciare a studiare seriamente la pop culture (e l’accademico in vacanza sa che non è un lavoro di qualche settimana) e magari provare ad articolare uno straccio di teoria in merito.
Edgar Morin, in un classico del 1962 sulla cultura di massa, Lo spirito del tempo, polemizzando con “l’intellighenzia colta” che teme di essere spodestata dalla cultura di massa scriveva che “occorre far letteralmente saltare la piazzaforte – il Montségur – da cui siamo abituati a contemplare questi problemi, e ricondurre il dibattito in luogo aperto”. Obiettivo preliminarissimo, certo. E tuttavia essenziale. Una pop filosofia che si concepisce come nuova forma seria di filosofia che porta il polemos filosofico nello spazio della cultura pop avrà oggi quale suo essenziale e preliminarissimo obiettivo quello di far letteralmente saltate il resort esclusivo in cui il filosofo accademico nostrano trascorre le sue vacanze intelligenti in compagnia di “madonna pop filosofia”.
Simone Regazzoni, nato a Genova nel 1975, è stato coautore, sotto lo pseudonimo collettivo di Blitris, della Filosofia del Dr House (Ponte alle Grazie, 2007). Per i tipi del Melangolo ha pubblicato La decostruzione del politico (2006); Harry Potter e la filosofia (2008); Nel nome di Chora (2008); ha curato l’antologia Pop Filosofia (2010). Per Ponte alle Grazie ha pubblicato anche La filosofia di Lost (2009), Pornosofia. Filosofia del pop porno (2010).