II divinazione

Continua la divinazione dei tarocchi disegnati da Alberto Merlin ispirati alle quindici pietre che costituiscono l’ossatura del ‘romanzo psichico’, una meditazione narrativa su questi strani giorni. Che gli spiriti di Arthur Heffter, Jospeh CampbellErwin Schrödinger e Jorge Luis Borges guidino i nostri passi.

Venghino, venghino, siore e siori, Madame Gualbruja vi attende…

In sottofondo il tormentone di Rino Gaetano cantato dal collettivo di famosi che stanno a casa gira ossessivo, mentre l’attenzione di Alberto è concentrata su tutt’altro.

Il filmato occupa un quarto dello schermo. Non è arrivato neanche a metà che ne fa partire uno nuovo. Lo manda avanti veloce, e poi un altro, e un altro. Li guarda svogliato, punta il cursore sulle anteprime dei video che l’algoritmo ha catalogato in categorie simili. Alle volte si imbatte in qualcosa di diverso, qualcosa degno della sua attenzione. Ogni tanto succede che l’intelligenza artificiale gli propini cose disgustose, talmente disgustose che non ha mai avuto il coraggio di cliccarci sopra, anche se è tentato, non l’ha mai fatto. Chissà perché? In fondo non c’è nessuno che lo guarda. Forse ha paura che quelle immagini si rivelino tutt’altro che repellenti. Eh, no per Dio, lui è un uomo tutto d’un pezzo. Come suo padre. Cosa direbbe se lo vedesse mentre si sofferma su una di quelle, quelle… cose? Una notifica di whatsapp illumina lo schermo dello smartphone. Dà una rapida occhiata, mentre sul computer il filmato continua la sua corsa verso la fine, il volume degli ansimi al minimo e comunque coperto dalle voci dei cantanti casalinghi. La porta è chiusa, nessuno entrerebbe senza bussare ma non si sa mai. 

È Wilma. Cosa vuole adesso? Lascia che la superficie del telefono torni uno specchio nero e cambia filmato. E concentrati un secondo. Dài. Aumenta il ritmo, stringe la presa, manda avanti veloce. Lo ha già visto un milione di volte, ma alla fine si ritrova sempre lì. La fibbia della cintura sbatte sul bracciolo della poltrona girevole. Stacca la mano dal mouse, strappa con foga quattro kleenex dal porta fazzoletti e si scarica appena in tempo. Chiude gli occhi, sospira con malinconia e resta così per qualche istante. Niente di che. Un’altra notifica fa vibrare lo smartphone. Butta i fazzoletti nel cestino sotto la scrivania, si sistema la patta. Prova un pizzico di vergogna e tanta noia. Finisce sempre nello stesso modo, eppure lo fa tutti i giorni. In ufficio succede poco. Se suo padre non fosse chi è, non si troverebbe lì. Uno stipendio da funzionario ministeriale per passare il tempo a farsi le seghe… C’è chi sta peggio.

Controlla il nuovo messaggio sul telefono. È un messenger inviato dal profilo Facebook di Monica e Giampiero: un invito a cena per sabato della settimana entrante, quando sarà possibile anche andare a trovare gli amici, purché si rispetti il distanziamento. Abbiamo un tavolo che con le prolunghe fa due metri, possiamo apparecchiare a distanza di sicurezza. Non è fantastico?

Certo, come no. Lui lavora per una banca d’affari, lei è istruttrice di yoga. Combo micidiale. Il loro entusiasmo gli fa sempre venire voglia di suicidarsi. Già una coppia che condivide il profilo sui social mette depressione; non parliamo di andarci a cena, con loro che ti fanno vedere per la decima volta le foto del viaggio di nozze in equilibrio su quel cazzo di ponte tibetano. Dovrà inventarsi una scusa.

Sta per chiudere la pagina e cancellare la cronologia, quando un pop up appare nell’angolo in alto a destra. Strano, dovrebbero essere disabilitati. La finestrella è nera, tre neon si accendono formando un triangolo azzurro, poi un occhio giallo al suo interno e la scritta Madame Gualbruja seguita da un disclaimer:

Fai attenzione a queste parole: tu non mi conosci, ma io conosco te e conosco meglio di te le cose e le persone a cui tieni. Come il tuo paparino senatore, sempre troppo preso dai suoi incarichi per badare a te. Quanto ci tieni al suo giudizio, vero? Ancora oggi, sei proprio un bambinone! Anche se te ne vergogni, sei geloso di tutto ciò che lo distrae da te. I suoi elettori, le nottate alla sede del partito, le volenterose suffragette che si scopa. Segui questo link se non vuoi che sappia cosa fai in ufficio invece di lavorare…

E Alberto lo segue.

Madame Gualbruja: Benvenuto. 

Alberto: Chi sei? Che succede?

Madame Gualbruja: Un giro di tarocchi?

Alberto: Adesso chiudo tutto e poi ti denuncio per estorsione…

Madame Gualbruja: Madame non vuole i tuoi soldi. Ti costerà solo un po’ fiducia e mi pagherai più avanti.

Alberto. Voglio proprio vedere… 

Da un punto in alto a destra, una dietro l’altra volteggiano tre carte fino al centro dello schermo.

Madame Gualbruja: Ecco i primi tre tarocchi per la divinazione.

 

VI ARCANO MAGGIORE. IL PASTORE

VI arcano. Il Pastore

Il destino è un cerchio, un oscuro equatore. Seguire ed eseguire. La ruota gira, i figli diventano genitori, le pecore, pastori. Si affollano pulpiti già gremiti. Senza guida siamo persi. Senza perdita non ci troviamo. Padre, madre, grande fratello, grande sorella. Tutti uccidono, tutti saranno uccisi. Ogni cosa si trasforma in quello che temiamo.   

Il pastore rovesciato: adesso fai paura, spaventati anche tu.

Per metà della tua vita hai cercato tuo padre e stai passando l’altra metà a cercare di ammazzarlo. Niente di nuovo. Sei ancora un giovane uomo e non ti libererai di tutto questo fino a quando non avrai un figlio e non sarai tu, allora, quello che qualcuno sta cercando di ammazzare. La vita è un cerchio, tesoro, niente più di questo. Pendevi dalle sue labbra da bambino e hai bisogno di staccargli la testa ancora adesso. Lo hai visto far piangere tua madre e lo hai odiato, giurato di fargliela pagare. Hai provato a fargli pesare la tua indifferenza ma non se n’è mai nemmeno accorto. Adesso che è arrivato il tuo turno di far piangere le donne, non ti tiri indietro. Giochi a nascondino, ti mostri per un attimo come loro ti desiderano e poi scompari. Hai incantato Wilma così. Uomo più giovane ma così serio e responsabile, così disponibile, per nulla spaventato da una relazione matura. Dopo due settimane ti eri stancato e ti sei messo pure a giocare con la sua amica, sperando in fondo che lei lo venisse a sapere. Hai orrore di te, eppure ti piaci.

XI ARCANO MINORE. LA FUNZIONE

XI arcano. La Funzione

Riti ancestrali di un futuro passato consumati nei mercati asiatici e funzioni religiose celebrate nei mercati finanziari. Carne di pipistrello, sangue di serpente, frutti della conoscenza avvelenati. Legida della tecnica è una mela, la verità è menzogna, lo specchio è nello specchio in uno specchio nero, il comandamento è uno solo: condividi e sarai condiviso.

La funzione rovesciata: Questa frase è falsa.

Quante volte hai ascoltato l’amico di ritorno dalla vacanza esotica raccontare le prove iniziatiche affrontate per vivere fino in fondo l’esperienza? Ho mangiato il serpente, mi sono tatuato un drago in una bottega dell’angiporto di Macao. E tu pensavi che coglione, e poi hai fatto tale e quale quando è arrivato il tuo turno.

E ora si scopre che tutti questi riti nei quali ci siamo cibati della carne di animali proibiti hanno aperto il vaso di pandora del contagio… Ma aspetta, forse non è vero nemmeno questo, è il fake di un fake messo in giro da un bot per motivi che non saprai mai.

O forse sì. Questi riti ancestrali sono eucarestie primordiali, comunioni con divinità che si rivelano doppie nel loro dare e nel loro togliere. Jahvè ci ha dato la mela e ci ha cacciato dal paradiso terrestre. Il nuovo dio ha inventato la favola della zuppa di pipistrello per aggiornare i comandamenti con uno in più: condividi. La tua posizione, la tua salute, il tuo percorso. Il nuovo dio è un tossico di big data.

Ma non c’era bisogno che Dio ordinasse alla sua chiesa di condividere i propri dati, tutti quanti lo facciamo già, e allora perché? È uno stress test per vedere fino a che punto possiamo arrivare.

 

IX ARCANO MINORE. L’ORDITO

IX arcano. LOrdito

Nella valle di silicio i timori sono proibiti e i desideri sconosciuti. Nella valle di silicio ogni domanda ha una risposta, ogni anima ha un prezzo in saldo, ogni filo conduce nei recessi del labirinto, ogni zero ha il suo uno.

Lordito rovesciato: ogni risposta ha una domanda.

Quando ti hanno imposto di chiuderti, non eri preparato. Per anni ti hanno ripetuto gli stessi mantra: apriti al mondo, conosci, prova, agisci, consuma. Beviti la vita, cogli l’attimo, fallo e basta, senza pensare. Sii te stesso, basta che spendi per esserlo. In un attimo il mondo si è rovesciato. Adesso è tutto un non fare, non osare, non prenderti il rischio. Stai connesso, quello sì, ma tieniti a distanza. Consuma, se puoi, ancora sì, ma con consegna a domicilio, non farti vedere mentre lo fai, perché in tempi di crisi non sta bene. Dici a tutti dove sei, ma non farti vedere, confessa il peccatore e non il peccato. Confessati, condividi il meme e la rabbia contro il diverso, chi non sacrifica gli affari suoi all’altare della purificazione dal male.

E quando il gioco si fa idiota, si sa, gli idioti cominciano a giocare. Gli estremisti delle misure estreme, i menefreghisti perché tanto è lo stesso, i complottisti che si indignano per l’app che li traccia, che poi è solo un’altra delle tante che hanno già installato da anni sui loro smartphone.

Ma tu intanto ascolti la canzone cantata in cinquanta ognuno da casa sua, guardi la pubblicità progresso motivazionale con l’intro romantica di pianoforte, ti consoli sentendoti parte della grande assenza taumaturgica. Però attento a non postare fuori dal seminato, non allontanarti dal recinto, perché sembrano tutti buoni fino a quando non ti saltano addosso. E, a proposito, sabato vacci a cena da quei tuoi amici…

Alberto ha un sussulto. Come fa a saperlo?

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