
Ingenuo io a essere cordiale e chiedere lumi, sarà il solleone o le nove danze ininterrotte dei bambini vagamente psichedeliche che ci siamo orgogliosamente sorbiti: “Milo?”
“Sì, Milo. Come quello del Grande Fratello di quattro anni fa.
…
“Sì, dai, Milo del Grande Fratello.”
Ingenuo io, di nuovo, che spossato dal caldo e dal suo sguardo umido le rispondo soprappensiero: “Non guardo la tv o per lo meno non…”
“Come non guardi la tv?”
Il suo tono, lo ammetto, mi innervosisce e così, ça va sans dire: ingenuo io, invece di darle la solita razione di vetriolo che ammannisco a destra e a manca senza curarmi mai troppo delle reazioni, ribadisco il concetto: “No, non guardo la tv.“
“E come fai? Io ce l’ho pure in bagno. Ne ho una in ogni stanza e in salotto ho un 52 pollici… forse è un 54, non so, devo chiedere a mio marito…”
Eccheppallemollami… Cerco di chiudere la conversazione: “Di solito quando sento parlare di Grande Fratello mi viene in mente 1984.”
“Ehhh, nel 1984 avevo meno di dieci anni…”
Sono disarmato e disidratato, provate a capirmi voialtri là fuori dallo schermo: “Ehm, intendevo il romanzo.”
“…”
“…”
“…”
“Quello di Orwell…”
“…”
“Geroge Orwell…”
“…”
Non so cosa fare, mi sento come fossi sui pattini sulla discesa di un garage con curva a gomito: “Ehm, il romanzo è ambientato in un futuro distopico….”
“Cosa?”
“Ecco, un futuro non proprio, come dire, dei migliori possibili in cui c’è, come posso… ecco, sì, un sistema di sorveglianza globale…” Ingenuissimo io.
“…”
Non so più come andare avanti, sono a corto di sarcasmo, non mi è mai successo, lo giuro: “… come se… Sì, un sistema di, tipo, telecamere che tutto vedono e che viene chiamato Grande Fratello…”
“Ah, lo hanno preso dal programma.”
“Veramente è del 1948.”
“Ma che dici?” Ride come fossi un demente, e in effetti lo sono, quando si ricompone mi riguarda con quei suoi maledetti occhi acquosi: “se la prima edizione è del 2000. Dai Taricone.. quello che è morto…”
“Intendevo il libro.”
“Ah.”
“È per quello che Orwell lo ha chiamato 1984, è il contrario di 48 ed essendo distopico, la specularità della cifra…”
Occhi acquosi.
Vorrei tirarle un pugno, ma ho una striscia di sudore salato che mi cola lungo la spina dorsale, devo portare all’interno della scuola ancora duecento sedie e otto tavoli lunghi e le energie vanno conservate… Ho caldo, troppo caldo e penso che la democrazia sia la peggiore delle… Se ne va. Se ne va. Rimango a fissare l’asfalto crepato del cortile. Mi si avvicina un’amica, madre di un’altra bimba. Ha sentito tutto. Cerco un appiglio: “Sono troppo snob, lo so…”
“No. Sono loro che ti fanno diventare snob.”
Qualche tempo fa per puro kaizen, mi sono imbattuto in questo sito, nelle vostre cose; come conseguenza scaricai un pdf (SDA) e subitaneamente donai, ripromettendomi di leggere i contenuti del vostro macramè (intreccio raffinato e grazioso) al più’ presto. Ora mi ritrovo a rallentare volutamente la fine del romanzo perché non voglio che finisca (dannati) non solum sed etiam ad averne ordinate due copie cartacee per diffondere il demone tra gli amici.
So che il mio commento qui è off-topic, so che i miei complimenti arrivano tardivi, lo so.
Pongo solo una domanda : perché un romanzo come Inferno di D. Brown non ha venduto meno del vostro?
Io credo sia solo un problema di marketing. Io credo “SDA” valga millanta volte tanto, ma forse è meglio così,
per meno confusi, per palati più affinati .
Grazie Kaizen, mi avete stregato. Fabio.
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Grazie per l’apprezzamento, Fabio. Certe cose fanno sempre piacere e non sono mai fuori tempo massimo. Riguardo all’avere venduto meno di Dan Brown cosa posso dire? Il successo percorre sentieri misteriosi a tutti, anche agli uomini del marketing…
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Bel post. Rido e sorrido. Ho riso proprio! E’ un mondo difficile carissimi, è vita intensa.
Tiziano
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