La crisi non esiste.

panoramaIn tutto il mondo i giornali vanno online, le loro versioni cartacee sono destinate a sparire. Non è solo una questione di forma ma anche, e soprattutto, di sostanza. La rete permette aggiornamenti continui, dibattiti, interazioni ecc ecc. La “sicurezza” dell’informazione poi non ha nulla a che fare con la carta. Il New York Times, il Washington Post, il Wall Street Journal (per rimanere sul “classico”) hanno la stessa attendibilità sia che siano concreti, sia che siano virtuali.

Internazionale, a marzo, riportava un articolo di Clay Shirky, l’ultima parte mi sembra interessante a questo proposito:

“[…] La società non ha bisogno dei giornali, ha bisogno di giornalismo. Per un secolo l’imperativo di rafforzare il giornalismo e quello di rafforzare i giornali sono stati così collegati da diventare indistinguibili. È stato un caso felice, ma oggi dobbiamo trovare altri modi di rafforzare il giornalismo.Se spostiamo l’attenzione da “salvare i quotidiani” a “salvare la società”, l’imperativo di “salvaguardare le istituzioni esistenti” si trasforma in quello di “fare qualunque cosa funzioni”. E quello che oggi funziona è diverso da quello che funzionava prima.Nei prossimi decenni il giornalismo sarà fatto di una serie di casi particolari. Molti di questi modelli saranno creati da amatori, ricercatori e scrittori. Altri dipenderanno da sponsorizzazioni, sovvenzioni e donazioni. Molti altri esisteranno grazie a un gruppo di quattordicenni pieni di energia che diffonderanno le notizie.Molti di questi modelli falliranno. Non sarà un solo esperimento a sostituire quello che stiamo perdendo con la fine del giornali, ma con il tempo l’insieme degli esperimenti che funzionano potrebbe darci il giornalismo di cui abbiamo bisogno.”

In Italia molti giornali usufruiscono delle sovvenzioni pubbliche (tra cui riviste di vela, di aeronautica o quotidiani di due pagine fondati da alcuni politici come il Campanile…). Senza sovvenzioni morirebbero. Siamo in un paese liberale, o per lo meno liberale quando fa comodo, se no la Fiat, l’Alitalia, le FS ecc. ecc. sarebbero morte e sepolte da tempo  – E i giornali dovrebbero fare i conti con il mercato. Se l’offerta è di qualità vendi se no chiudi baracca e burattini. Dal Manifesto a Libero, tutti con le serrande chiuse, con redattori, direttori e compagnia cantante ad asfaltare o raccogliere pomodori.

Non è così, naturalmente, i soldi statali salvano il culo a tutti. La situazione è comunque critica, ma a farne le spese sono i veri giornalisti, che di solito non sono nemmeno iscritti alla loggia, ops intendevo l‘ordine, dei giornalisti. Al limite sono pubblicisti e cioè pagano le tasse e i contributi ma non hanno praticamente nessun vantaggio. Sono loro che tengono in piedi le redazioni, con la pioggia e con il vento. Sottopagati, sfruttati, presi a calci e scaricati quando la barca fa acqua perché senza contratto. Eppure senza di loro i giornali non potrebbero nemmeno andare in edicola. Sono loro i giornali.

Nei paesi civili, Svezia, Danimarca, Germania, Burkina Faso ecc. ecc. le sovvenzioni alla stampa arrivano da una ridistribuzione degli introiti pubblicitari televisivi e non dalle tasche dei contribuenti. E il futuro comunque è online. Qualità la parola d’ordine. In Italia le tasse pagano i giornali. Internet, per vari motivi e decisioni, è un oggetto misterioso. Quindi? Quindi chiudono i quotidiani online e non i cartacei.

Da sette anni mi barcameno tra un periodico e l’altro. Prima o poi qualcosa è andato a puttane. Si sono salvati sempre tutti, tranne quelli che fanno il grosso del lavoro, i precari del giornalismo (su cui bisognerebbe aprire un lungo e feroce post a parte, anche solo per descrivere la modalità di accesso al “titolo” di giornalista). L’ultima bordata è arrivata, pochi giorni fa. Con un preavviso degno di quello di uno stupratore che avverte la sua vittima. Mi/ci è arrivata questa mail relativa alla mia attività giornalistica in Panorama.it. la versione online del magazine più noto del paese:

“carissimi, ecco la mail che non avrei mai voluto scrivere: dal 1° giugno chiudono il sito di panorama. l’azienda ha comunicato oggi ai nostri fiduciari sindacali che le news online non portano pubblicità, quindi niente soldi. e quindi il sito verrà trasformato in un non meglio identificato portale “maschile”, con direttore responsabile Marco Mazzei sotto la gestione della mondadori digital publishing (la società che cura tutti i siti mondadori) […] vi ringrazio per tutta la passione che ci avete sempre messo.”

Grazie al cazzo è la risposta che è balenata nella mente, ci scommetterei, di tutti i colleghi. Ma se la crisi non esiste, come è che Mondadori, “l’azienda del Governo”, chiude Panorama.it?
Ma forse hanno ragione loro, la crisi non esiste, se no per quale motivo chiudere un portale che nel bene e nel male, si è occupato di politica, economia, cultura, tecnologia ecc. ecc. in favore di un non meglio identificato portale dedicato agli addominali in sette minuti e a “farla impazzire a letto”?

Nel frattempo, loro, gli addominali se li sono fatti a forza di mettercelo nel culo. Certo, non sono proprio impazzito.

PS sono in vendita al miglior offerente. Giornalista, scrittore, penna agile – a tratti velenosa – e versatile, sguattero, camerero basta che mi date il dinero.

37 thoughts on “La crisi non esiste.

  1. Per chi dice che internet è futuro rispondo non in ITALIA. Paese per vecchi, paese di vecchi. E’ più semplice migrare sul digitale che su internet. Io sono più o meno in vendita come te, certo potrebbero reciclarci ma mi auguro non in un giornale per uomini. Cosa dire, non molliamo ma certo, siamo stanchi. Sicuramente gli introiti saranno maggiori dal giornaletto per soli uomini anzichè dalla guerra, la politica e quant’altro. L’italiano medio ha bisogno di svago. Si sa la vita è già dura così mi sento dire. Paese per vecchi ma sopratutto paese per poveri. Di idee.

    "Mi piace"

  2. Ciao! Anch’io sono una vittima della chiusura di Panorama.it.
    Che dire? Sono completamente d’accordo con te… anche, e soprattutto, sui toni feroci e incazzati…
    Se Mondadori chiude un sito così è evidente che la crisi non solo c’è ma è molto, molto pesante…
    Peccato che il nostro amico Berlusconi preferisca far finta che non esista… Prima o poi gli tornerà tutto indietro…
    quanto vorrei che fosse un giornalista precario e dovesse cercar di mettere insieme il pranzo con la cena… ah, quanto mi divertirei…
    i sogni, però, non potrà mai toglierceli nessuno… peccato che non paghino… io, però, almeno conservo la dignità e la schiettezza…
    con solidarietà e partecipazione commossa…
    Valeria

    "Mi piace"

  3. Eccomi qua, un’alta vittima della chiusura di Panorama.it. Qunado ho cominciato a scriverci, mi sembrava un sogno, poi ora tutto finisce. In poche ore,senza la possibilità di replica. Anzi con una replica che la redazione sta provando a fare, ma che dubito la proprietà ascolterà minimamente. Berlusconi giornalista precario? Andasse a fare l’impiegato precario, l’insegnante precario, l’infermiere precario: si accorgerebbe di una realtà completamente diversa.
    E per noi collaboratori (o forse ex) si ricomincia daccapo, alla ricerca di nuove strade, senza certezze per il presente e per il futuro. Ma soprattutto senza garanzie economiche per arrivare a fine mese. Le bollette, quelle sì, sono l’unica certezza, ma “per pagare e per morire” (come dice un mio amico) c’è sempre tempo!

    "Mi piace"

  4. La crisi non esiste. Se la sono inventata i giornalisti! Comunque, a parte gli scherzi, se persino un’azienda come la Mondadori sta correndo ai ripari, le cose sono abbastanza gravi. Non dico gravissime – perché non posso, per forza di cose, averne un quadro completo – ma poco ci manca. Spero solo che si possa ripristinare al più presto un equilibrio…

    "Mi piace"

  5. più che sperare, a mio modesto avviso, bisognerebbe agire!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! una mobilitazione incazzata di massa…
    sì ma chi ha i coglioni in Italia?

    "Mi piace"

  6. Pingback: Panorama.it offline

  7. Il sito di Panorama chiude? Non ho parole. E’ una scelta così in controtendenza rispetto alla direzione che sta prendendo il mondo che mi esce spontanea una risatina (isterica). In bocca al lupo J e a tutti i colleghi giornalisti-scrittori-precari a caccia della tranquillità di arrivare a fine mese.
    Avevo pensato di scrivertelo via mail ma a volte l’appoggio va gridato e sottoscritto con nome e cognome.

    Davide Morosinotto

    "Mi piace"

  8. Ciao, chiamato più o meno direttamente in causa vorrei precisare prima di tutto che un portale maschile non è necessariamente basato solo sugli addominali (a meno che questa non sia l’unica idea di maschio dell’autore del post), in secondo luogo che l’email inviata ai collaboratori contiene le semplificazioni forse necessarie in quel genere di messaggio, ma che sono appunto semplificazioni: Mondadori non chiude il sito di Panorama, ma decide di investire su un altro modello di progetto. Marco Mazzei

    "Mi piace"

  9. Arrivo via Pasteris.
    Oltre alle giuste vostre considerazioni su “la crisi non esiste” aggiungo una considerazione personale sulla lungimiranza e la competenza di chi ha preso questa decisione.
    Chiudere un giornale online e lasciare viva la sua versione cartacea vuol dire semplicemente che il giornale non ha saputo rinnovarsi e percorrere nuove strade. Immagino quindi che i lettori di Panorama cartaceo siano gli stessi di 5-10 anni fa e di conseguenza prevedo (non ci vuole il mago di Segrate)che in un paio di anni anche la versione cartacea andrà a farsi benedire. A breve mancheranno gli inserzionisti, poi i lettori…

    "Mi piace"

  10. Ho scritto alla redazione di Panorama.it. Mi sono giunte due risposte, una a firma di Marco Mazzei, che riportava “la notizia è priva di qualsiasi fondamento” e l’altra di Carla De Girolamo che spiegava “il sito di Panorama entrerà a far parte di un portale mondadori il cui progetto si sta studiando in questi giorni. Dal 1° aprile non sarà più in redazione e non ne sarà più responsabile il direttore di Panorama”.

    Che mi dite?

    "Mi piace"

  11. Inizio a pensare che il più furbo di tutti sia Otzi. Tranquillo, al fresco, contratto a tempo indeterminato e di notte se la fa con le mummie peruviane.

    "Mi piace"

  12. @ Marco: Buono a sapersi allora. Tutti noi collaboratori, almeno io e credo per traslato gli altri, siamo piuttosto curiosi… Mi devi spiegare però caro Marco cosa intendi per portale maschile, perché l’idea che mi sono fatto deriva proprio da settimanali, inserti, riviste, portali ecc. ecc. che tra un addominale e l’altro infilano qualche speciale non troppo speciale su un gadget tecnologico o un articolo sul polo, e quest’ultimo è forse l’unica cosa interessante. Per cui spero davvero che l’idea che hai / avete sia diversa, se no io, e altri come me, avremo sempre l’immagine mentale che una cosa del genere sia da leggere dal parrucchiere, un parrucchiere radical chic del centro di Milano magari, ma sempre un parrucchiere. Mi chiedo allora la professionalità mia e dei miei colleghi, con le varie “specializzazioni” sarà richiesta? Sarà utile? Per la semplificazione di cui sopra mi par di capire di no e il nocciolo della questione resta. Il 21 maggio l’azienda fa sapere che il 1° di giugno si va a spasso. E che Panorama.it si rinnovi e rinasca non significa nulla, se non ci dite che potremmo essere, anzi che siamo della partita noi siamo comunque con il culo per terra, con annessi e connessi familiari. E abbiamo una decina di giorni per capire, digerire, oraganizzarci di conseguenza.

    Jadel

    "Mi piace"

  13. Sonia, confermo quello che ti ho scritto: la notizia della chiusura è priva di fondamento. Quanto alla risposta di Carla, contiene qualche imprecisione (portale Mondadori?) ma ri-conferma tutto: Mondadori non chiude il sito di Panorama, punto. Questo non significa che non ci saranno cambiamenti, ma vorrei dire: per fortuna. Senza cambiamenti in questo mondo si muore. Sonia, ti ringrazio per aver avuto la voglia di verificare. Ciao, Marco

    "Mi piace"

  14. Caro Jadel, la nostra idea è quella di sempre: fare qualcosa di sensato nel mondo dell’editoria digitale.
    Sulla tua posizione nello specifico, perdonami, ma non sono in grado di dirti nulla di sensato: non so chi sei, che cosa fai, perché parli di Mondadori come “l’azienda del Governo”, eccetera. Peraltro, se tu fossi stato curioso, avresti potuto scrivermi invece di pubblicare un post del genere. Comunque: la mia email ce l’hai, se vuoi sentiamoci. Ciao, Marco

    "Mi piace"

  15. Pingback: Chiude Panorama.it - manteblog

  16. Pingback: Chiude Panorama.it | Aggrega Blog

  17. Dal Barbiere della Sera

    “…Re: Panorama off line
    Marco – 26.05.2009
    Ciao, io non rispondo per Mondadori, ma visto che in qualche modo sono chiamato in causa provo a dare qualche informazione più precisa. Mondadori non chiude il sito di Panorama, ma lavora a un nuovo progetto (sottolineo: nuovo-progetto); i “portali” (portali? nel 2009?) maschili non sono necessariamente dedicati agli addominali e a farla impazzire a letto (e comunque i giornalisti di testate che si occupano di questi argomenti saranno contenti di registrare il sincero apprezzamento dell’autore del post). Mi piacerebbe aggiungere che tutti (quelli che mandano le email e quelli che le ricevono) dovrebbero forse essere un po’ più lucidi nell’analizzare le situazioni, perché non basta leggere Internazionale ogni tanto per cercare di capire che cosa succede nel mondo dell’informazione digitale. Ciao, Marco Mazzei (per chi mi conosce: per favore mandatemi un bigino su come si può farla impazzire a letto!)”.

    Ecco tanto per sottolineare i toni. Mi sembra che i collaboratori precari di panorama.it abbiano dei motivi per essere delusi e tutto il diritto di esprimere il proprio pensiero, anche incazzato se è il caso, soprattutto a casa propria.
    Credo che siano incazzati ancheinoltre per questa ipocrisia nei toni, che ahimé non è una esclusiva del direttore del futuro portale di panorama versione maschile (non mi è chiaro un punto: se panorama.it non chiude, perché dovrebbe rivolgersi soprattutto a una utenza maschile? insomma o è panorama cioé uno spazio di approfondimento politico, di attualità, ecc. rivolto a una utenza adulta non “di genere” oppure è un’altra cosa perciò panorama chiude e compare qualcos’altro, diverso già nella sua concezione di base perché rivolto principalmente a una utenza maschile).
    Allora mi sembra che oltre al danno ci sia anche la beffa. Non solo questi collaboratori precari rimangono nell’incertezza riguardo al loro futuro, con famiglie a carico, bollette, diminuzione o azzeramento degli introiti,ecc. ma inoltre vengono trattati da poveri scemi. Su questo blog si rilasciano commenti concilianti, mentre in altri spazi si piglia per il culo chi ha creduto e lavorato a un progetto e viene “scaricato” senza tanti complimenti.
    Questa signori miei è l’Italia. Vogliamo fare qualcosa oppure continuiamo a sorridere mentre lecchiamo le chiappe ormai flacide della classe dirigente nazionale???

    "Mi piace"

  18. Sicuramente sono parte in causa in questa discussione, almeno da un punto di vista emozionale, visto che Jadel è un mio collega di penna nonché amico di lunga data, per cui la solidarietà a lui e a tutti quelli che come lui hanno perso il lavoro(perché di questo si tratta non scherziamo) è dovuta e necessaria. Non capisco poi perché il signor Mazzei si preoccupi del fatto che Jadel avrebbe potuto scrivergli invece di fare un post del genere; ma perché scusate? Ritengo sia una notizia degna di essere condivisa, vista poi la serie di reazioni che ha innescato e le riflessioni che ha contribuito a far emergere, non ultima la possibilità al sig. Mazzei di chiarire la sua posizione e quella del sito in argomento. Oppure c’è qualcosa da nascondere? Oppure si tratta di questioni importanti che è meglio trattare sottovoce per evitare appunto che ad un “post del genere” ci siano nel giro di ventiquattrore quasi una ventina di commenti?? Non so se il sig. Mazzei faccia parte della vecchia (in senso storico) classe dirigente di questo paese (certo che se cade dalle nuvole quando qualcuno parla della Mondadori come “azienda di governo”, allora un po’ da da pensare) ma speriamo almeno che in questa faccenda non si comporti come tale, non venda una cosa per un’altra, cioè non ci venda una chiusura di un sito di interesse culturale per un semplice restyling di facciata.

    "Mi piace"

  19. Caro Mazzei,
    hai perfettamente ragione nel dire che non puoi suggerire nulla di sensato a Jadel perché non sai chi è e cosa fa. Ti dirò io chi è e cosa fa, anche se, visto che ti trovi su un suo blog, non dovrebbe essere difficile per un professionista della comunicazione, quale sei, rendertene conto da solo. Jadel Andreetto è un giornalista pubblicista che si occupa perlopiù di giornalismo culturale in genere e letterario e musicale nello specifico. Ha lavorato per Panorama on line, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione e altri. E’autore di saggistica e di narrativa. Al riguardo non esprimo giudizi di merito perché di solito scriviamo narrativa insieme e dunque non mi pare il caso, ma il nostro ultimo romanzo è uscito proprio per Mondadori nel 2007 (“La strategia dell’ariete” di Kai Zen). Chi è Jadel Andreetto? E’ un giornalista, uno scrittore, un intellettuale, uno dalla penna agile e caustica.
    Non mi è invece chiaro chi sei tu. Direttore responsabile di un portale maschile? Cos’è, di che si occupa? Ci hai chiarito che la tua idea non ha a che fare con gli addominali o il farla impazzire a letto e ne sono lieto, ma la definizione che ne hai dato mi risulta assai fumosa, anche con riferimento all’operazione editoriale che sta traghettando Panorama verso questo diverso “oggetto giornalistico”, diciamo così. Tu infatti dici “Mondadori non chiude il sito di Panorama, ma decide di investire su un altro modello di progetto” ma non spieghi che progetto è e nemmeno se i collaboratori del vecchio progetto Panorama (che come dici non chiude) rimarranno oppure no. Sei libero ovviamente di dare o non dare spiegazioni, ma se affermi che il sito non chiude e però ne viene trasformato il nome, le finalità e cambiati i collaboratori, la tua affermazione mi suona, scusami, ipocrita. Di quella ipocrisia manageriale per la quale invece di dire a un dipendente “ti licenzio” gli si dice “ti offro un’opportunità di metterti di nuovo in gioco liberando il tuo talento sul mercato”.
    Fermo restando comunque che spero davvero che il portale maschile che dirigerai possa essere davvero intelligente e originale e non la versione macho di Top Girl gestito dai collaboratori di Chi durante la pausa mensa. Nella prima eventualità, uno dallo sguardo spiazzante come Jadel ti potrebbe davvero servire e dunque mi permetto di consigliarti di avvalertene. Mi riservo di dare un occhio a questo nuovo progetto e di esprimere un parere se mi dai gli estremi per farlo (indirizzo del nuovo sito, data prevista del primo numero ecc.)
    Grazie
    Guglielmo Pispisa aka Kai Zen g

    "Mi piace"

  20. Marco: non sono incazzato. Nemmeno amareggiato. Sono solo e semplicemente stanco. Molto stanco. Sfinito da un sistema che non riconosce la professionalità, che liquida le persone con dieci giorni di preavviso, che non spiega cosa succede e non da modo di essere curiosi. Sono stremato dall’ironia (postmoderna) con cui si liquidano le cose senza dare nessuna risposta. Cose che hanno a che fare con la vita delle persone.
    La mia domanda forse non è stata sufficientemente chiara: la redazione, noi, che fine faremo?
    Il resto è fufffa.
    Il post “del genere” serve a capire e io ancora non ho capito. (E poi scusa se te lo dico, qui sono a casa mia e i post del genere li scrivo come e quando voglio.)
    Dici che non sono curioso. Nemmeno tu lo sei. Non sai chi sono, chi siamo, noi tutti della redazione di Panorama.it. Un giornale, online o di carta è fatto delle persone che lo scrivono. Senza di esse, puoi dargli un nuovo volto e mantenere lo stesso nome, ma non è lo stesso oggetto giornalistico. Panorama.it, se non sai chi siamo, ha chiuso punto e basta.

    ——

    Infine, dire che “Mondadori è di governo”, è virgolettato rozzo, te lo concedo, per velocizzare un sillogismo: il governo minimizza la crisi, il capo del governo è il proprietario di Mondadori, se la crisi fosse minima, non ci sarebbe bisogno di mandare un’intera redazione (e altre persone) a spasso, soprattutto in un’azienda di proprietà di chi minimizza la crisi. Ridondante, ripetitivo, ma spero chiaro e semplice.

    "Mi piace"

  21. Scusi Mazzei, ma non capisco bene il suo ruolo in tutta la vicenda. Sarà lei a gestire il nuovo prodotto on line che sostituirà il sito “all news” ( o quasi) di Panorama.it? In tal caso si comprenderebbe il suo modo di vedere le cose e le risposte che sta fornendo sul questo forum o a chi le scrive come Sonia Lombardo. Se la notizia è priva di fondamento come mai a noi collaboratori è stato detto che dal primo giugno l’azienda non ha più bisogno di noi? E come mai questa notizia ormai è sulla bocca di tutti? Ho molti colleghi che qui a Roma mi hanno chiamato per sapere della chiusura del sito. Anche redattori di Panorama e Economy mi mandano messaggi di solidarietà per la chiusura. Chiusura non “investimento su altro modello di progetto” come la definisce lei!. E ancora: che motivo avrebbe Carla De Girolamo che, fino a prova contraria è la nostra caporedattrice e conosce meglio di altri il polso della situazione (assieme a Matteo e gli altri baluardi che difendono questa redazione), a parlarci di chiusura se la notizia fosse priva di fondamento? Il suo discorso mi pare irriverente nei confronti di chi, collaboratori fissi e esterni, hanno garantito (e stanno ancora garantendo) l’informazione sul sito praticamente h 24, hanno condotto inchieste, hanno fatto fotografie esclusive per il sito, hanno avuto interviste esclusive (e stanno avendo come capiterà a me nelle prossime ore con una ricerca che mi è stata proposta in esclusiva per Panorama.it e che le consiglio di andarsi a leggere una volta on line così forse si renderà conto di come lavoriamo!) etc etc. Che si debba cambiare nella vita ben venga, ma questo cambiamento non deve essere obbligato e soprattutto non gravare sulla pelle di qualcuno. Se io sto con una ragazza e ci sto bene perchè cambiare? Stessa cosa per una macchina, per una casa. A maggior ragione per un lavoro. Qui siamo costretti dalla proprietà a cambiare! E la cosa è ben diversa sig Mazzei! Poi cambiare cosa? Un sito che gli ultimi dati danno in crescita sia come contatti mensili che come numero di pagine lette? Una redazione che fa informazione e giornalismo per metterci pubbliredazionali, veline e ciarpame? Come dice Jadel, me lo vado a leggere dal parrucchiere (potendoci andare visto che questa brutta notizia mi ha fatto cadere anche gli ultimi quattro, cinque che mi erano rimasti…). Siamo seri, per favore. Questo non è giornalismo, ma puro marketing. Noi iscritti all’albo dei giornalisti vogliamo continuare a fare i giornalisti. Non so se lei sia iscritto, in tal caso dovrebbe parlare più da giornalista che da “manager” visto che il nostro codice deontologico non prevede “marchette” di qualsiasi genere. Il cambiamento può essere anche all’interno di una stessa redazione, dando più spazio a chi ci lavora con serietà e dedizione. Poi che ognuno di noi faccia anche altro nella vita per campare, per andare avanti, per pagare le bollette a fine mese questo è purtroppo un altro discorso. Pertanto, io continuerò a manifestare stupore per questa chiusura improvvisa del “nostro” sito e lo sto dicendo a tutti quelli che conosco (politici, giornalisti, imprenditori), ricevendo in cambio attestati di stima e non parole di circostanza come le sue. Tutto questo in attesa di conoscere se l’azienda riterrà utile coinvolgere gli attuali collaboratori anche per questo “nuovo modello di prodotto” tanto sbandierato su questo forum

    "Mi piace"

  22. Ciao, c’è una cosa che andrebbe precisata. Il sito in questione ha avuto un aumento costante e significativo di lettori unici e di tempo di permanenza (dati audiweb aggiornati a marzo). In questo contesto una scelta simile da parte della dirigenza non ha molte giustificazioni: se il sito non attira abbastanza pubblicità ma aumentano i contatti non credo sia colpa della redazione ma di un marketing insufficiente o della crisi, scegliete voi. Sono parte in causa in quanto collaboratore e avrò il culo per terra dal 1° giugno, quindi evito di infilarmi in un ginepraio di commenti personali. Mi limito a dire che quando mi hanno preso qui mai avrei pensato che un’azienda come la Mondadori potesse rinunciare al sito di news del suo principale periodico senza un progetto discusso con la redazione.

    "Mi piace"

  23. Caro Jadel, conosco Mondadori abbastanza bene da non stupirmi affatto di questa scelta aziendale. Come sai io lavoro per la divisione libri, dove le cose non sono certo più “etiche”. Il web soppianterà la carta, con tutte le conseguenze che questo processo già fa intravedere. Quando se ne accorgeranno a Segrate stai certo che staranno al passo col mercato. Certo non siamo un paese che brilla per lungimiranza.
    Abbraccio,
    giuseppe

    "Mi piace"

  24. anch’io sono parte in causa: collaboratrice fissa da due anni, a casa dal primo giugno.

    intervengo solo per dire che forse si sta creando un po’ di confusione.
    non è importante che in futuro si chiami o non si chiami “panorama.it”.
    non so cosa sarà, non ci è stato spiegato, nè so se sarà migliore o peggiore di quello che abbiamo fatto in questi due anni.

    quello che so (vorrei essere smentita, ma sono pronta a scommetterci) è che panorama non avrà più un sito di INFORMAZIONE.

    "Mi piace"

  25. Non credo sia davvero importante chi sono io, e peraltro dei professionisti del web come voi non avranno difficoltà a ricostruire tutta la mia vita professionale in pochi istanti, però visto che di informazione e giornalismo state parlando: faccio il giornalista professionista da una ventina di anni oramai, mi occupo di Internet da più o meno altrettanto tempo, non ho mai fatto una marchetta in vita mia e non ho mai chiesto alle persone che lavorano con me di scrivere un publiredazionale. Il progetto originale dell’attuale sito di Panorama l’ho scritto io e l’ho diretto per un anno. Credo nel giornalismo su Internet, ma credo che debba essere completamente diverso dal giornalismo tradizionale.
    Sorvolo sull’ingenuità di citare dati di traffico a vanvera e numeri a vanverissima.
    Io la chiuderei qui, nel senso: scusate se non risponderò più, non lo farò per scortesia, ma mi sembra che le posizioni siano chiare. Ciao, marco

    "Mi piace"

  26. Bravo Mazzei, la smetta di rispondere, è più comodo, è la strada più rapida. Lei sarà anche giornalista professionista da venti anni ed esperto di internet, ma mi pare che la sua visione stia andando nella direzione opposta rispetto a quello che avviene in Italia e nel mondo (Huffington post, WSJ, siti come Current Tv etc etc). Tanto per rimanere in Italia, le consiglio l’editoriale di maggio scritto da Riccardo Luna, neo direttore di Wired, sull’importanza di internet e dell’informazione su internet. Luna parla anche di un movimento (www.amointernet.it) nato per far capire meglio l’utilizzo di internet, soprattutto dal punto di vista informativo e giornalistico. Luna, che dirigendo un magazine dedicato alle nuove tecnologie forse non è proprio uno sprovveduto in materia, rispondendo ad una mia mail, si dice davvero sorpreso di questa chiusura. Come Franco Abruzzo, come diversi professori universitari che si occupano di nuovi media e internet, come alcuni politici che ho informato della situazione.
    Se lei è professionista me ne compiaccio: questa cosa, almeno personalmente, potrebbe essermi preclusa proprio a causa di questa chiusura dal momento che avevo fatto richiesta, quasi accettata dall’ordine, per un praticantato da free lance che adesso potrebbe avere uno stop. Mi auguro di sbagliarmi, ma oltre al danno la beffa… sarebbe davvero troppo!
    Ma a lei cosa importa tutto ciò? Lei continuerà a gestire il “nuovo prodotto” come meglio riterrà più opportuno, ma come ha scritto Cristina Bassi le mancherà una cosa: l’informazione vera! Fatta da giornalisti seri e veri, che fino all’ultimo giorno saranno sul pezzo e che dal primo giugno dovranno avvertire tutti i propri contatti di non fare più riferimento al sito di Panorama.it per veicolare notizie. Sarà spiacevole dire ad alcune persone che stavano lavorando per me da tempo e che avevano proposto uno studio sul calcio in esclusiva per il nostro sito ( e magari anche per il cartaceo): “Grazie, ma il sito chiude, andatevi a cercare qualcun altro”.
    Vogliamo chiuderla qui? Benissimo, ma per favore sig Mazzei non ci irrida con il suo sarcasmo sui “dati di traffico a vanvera e numeri a vanverissima (termine molto poco consueto nella lingua italiana, ma su internet tutto è concesso anche il neologismo più estremo…)”. Se i nostri dati sono sbagliati ci perdoni, ma se lei ne ha altri perchè non ce li espone? Perchè non si siede con tutti noi a fare una chiacchierata su questi temi? Perchè parte dal presupposto che il nuovo modello sarà necessariamente quello giusto senza considerare il lavoro svolto da tutti quanti noi? Staremo pure parlando a “vanverissima”, ma lei potrebbe anche valutare le nostre professionalità. Una macchina senza l’intelligenza umana resterà una macchina. Internet senza contenuti sarà solo una grande, colossale “marchetta”!!!

    "Mi piace"

  27. Ma serve la pubblicità su Internet?

    Non credo e la ragione è che il web è anche un mezzo che richiede la partecipazione attiva dell’utente, in parole povere Internet non è la TV, un mezzo che si usa passivamente, Internet è uno strumento che coinvolge l’utente, ed è dimostrato che interrompere quello che qualcuno sta facendo attivamente(come cercare notizie sulla rete) è il miglior sistema per far odiare un marchio.

    Ogni modello di servizio Internet basato sulla pubblicità non funziona.

    "Mi piace"

  28. Scusate se faccio un pò di self promotion, ma mi piacerebbe sapere se qualcuno ai piani alti (sig Mazzei compreso) leggesse l’apertura che c’è in questo momento sul sito: una ricerca sul lavoro flessibile in anteprima e esclusiva che ho fatto con l’aiuto di una società inglese. Mi hanno chiamato da Londra per fare i complimenti. Mi hanno detto che anche nella sede di New York, appena vanno a lavoro, troveranno il link di Panorama!

    Avrebbero pronto, tra l’altro, una seconda puntata e in futuro altre ricerche da darci in esclusiva.
    Ah già, peccato che NOI non abbiamo futuro…..

    Non è un mio successo, ma di tutti. Come quando ci sono interviste in esclusiva. Come quando ci sono articoli che altri non trattano, come quando c’è la copertura (e la firma) da parte di tutti di ogni genere di notizie. Questo è il mio modo di intendere il giornalismo: tradizionale di servizio. Non “nuovi prodotti” come altri sostengono!

    Cmq, fine delle polemiche, anzi scusate se negli ultimi giorni ho alzato un pò i toni, soprattutto su questo blog. Ma mollare tutto proprio non mi scende (come si dice dalle mie parti), ufffffff……

    ciao a tutti

    "Mi piace"

  29. …La crisi colpisce i giornali e gli editori tagliano sul personale preferendo diffondere informazione di basso livello e utilizzare i ragazzini usciti dalle scuole di gionalismo. In due parole: riduzione degli organici e utilizzo degli stagisti che sono gratuiti, non sindacalizzati e rimpiazzabili.
    Panorama sta facendo quello che fanno tutti gli altri. Chi lo prende in quel posto ovviamente siamo noi non contrattualizzati. Ma a loro che gliene frega?

    "Mi piace"

  30. che si può dire? solidarietà… e si salvi chi può. (io, per la cronaca, sono già mezzo affogato). e per fortuna che non ho puntato proprio tutto sul giornalismo caro jadel, perchè i pannolini per la bimba li devo comprare anch’io…

    "Mi piace"

  31. Pingback: La crisi non esiste 4: Un dialogo « : kaizenology :

  32. Pingback: Mutande (era la crisi non esiste) « : kaizenology :

Lascia un commento