Al cinema da solo

Data la mia galoppante – e probabilmente inarrestabile – misantropia, disturbo che affligge, credo, molti altri freschi quarantenni in esplosione di complessità della vita, tra le cose che amo fare solo, per i fatti miei, c’è l’andare al cinema. Di quello che succede quando ci porto la mia signorina, cameriera in un highway restaurant costretta a cavarsela a mance, ho già raccontato. Quando invece danno il filmetto giusto alla rassegna del cinemino catto-comunista della mia ridente, vagamente corrotta città, la prima cosa che mi balza in mente, essendo un umano socializzante, perlomeno per definizione, è: chi ci invito? Chi mi farà compagnia? Chi passo a prendere?

Subito dopo però cominciano a insinuarsi nella mente domande meno naif e più fastidiose: chi dovrò convincere che è un bel film (e soprattutto perchè dovrei)? chi mi farà far tardi sotto casa sua? Chi non sarà d’accordo con il posto da pazzo cinefilo che spesso mi va di prendere in sala -leggi proprio sotto il fottuto schermo, cazzo? Chi vorrà comprare pop corn nonostante la fila, facendomi perdere l’inizio? Chi avrà da raccontarmi le sue solite idiozie mentre invece vorrei leggermi il foglietto introduttivo del film in santa pace?

Ecco, siamo già in piena sindrome misantropica. Io vorrei non averla, amici, magari qui esagero anche un pò per fare il Truck Driver figo ai vostri occhi, ma in parte è così, credetemi. E mi sa che non sono l’unico, nevvero? Tranquilli, internauti, se anche voi avete qualche sintomo non c’è nulla di veramente preoccupante, se la cosa non è acutissima e/o cronica. Mica si può essere tutti romanacci guasconi casinari da amare sempre e comunque la compagnia. Il gruppo, il branco. A volte, cazzo, si può essere anche un pò norvegesi nella vita! E senza finire come Breivik, per intendersi.

Dunque, vado al cinema da solo. Goduria immensa. Esco con anticipo (cosa che amo fare solo io, apparentemente), prendo la mia bici da dopolavoro del camionista, fumo paglie o surrogati a piacimento, pago, prendo posto, leggo due righe sul film che sarà e…

Aaahh…

Si abbassano le luci, iniziano le proiezioni, e io mi sento felice. FELICE. Accavallo le gambe, mi guardo intorno: sagome oscure davanti a un lieve bagliore a illuminarne indistintamente i volti, ferme, immobili in una fila quasi naturale. Come fosse un richiamo istintivo, quello di lasciarsi rapire dal racconto visivo di una storia. E credo che lo sia, in fondo. In quel momento sono all’apice, nella scala del soddisfacimento dei desideri: non c’è nulla al mondo che godrei di più, in quel momento.

Sono felice.

Ma poi sento due vicini di posto parlottare neanche troppo a bassa voce, senza smetterla. Eh no, cazzo. Finiscono i mini-clip delle case di produzione, e questi parlottano ancora. Iniziano i titoli di testa, attori, fotografia, montaggio, produzione, e questi ancora niente (niente silenzio, intendo). Esce il nome del regista, e questi niente. Allora basta, limite superato. Mi allungo con il busto verso di loro, mano a direzionare il flusso comunicativo nei loro confronti.

“Potete chiudere la bocca ADESSO, per cortesia?”

“Ehi, ma che diavolo… che screanzato…”

“Due cose, ho detto: adesso, e per cortesia.”

“Non mi sembra il c…” Il saggio amichetto lo zittisce, e la cosa finisce lì.

Ah, come adoro stare al cinema da solo. Non ho neanche dovuto giustificare l’intervento forse appena un pelo aggressivo alla mia signorina, che odia situazioni di questo tipo. Mi dispiace per lei. Io sono un giustiziere, cazzo. Non lascio impuniti in giro, è più forte di me.

Il film è gradevole, mi fa emozionare (altro disturbo galoppante: piango come una checca sempre più spesso nei film!), mi sento come dentro la storia, la vivo con i personaggi e poi… aspetta un minuto, cosa sento? Cos’è questo rumore?

Russa. Il coglione di prima che parlava adesso russa! Ma ci credete? Non troppo forte, ma nemmeno piano. Certo, lo so, avete ragione: dormire al cinema è un diritto, ci mancherebbe. Concordo in pieno. Ma russare no. E l’amico accanto che fa, non cerca di fermarlo? Basta un colpetto di gomito sul costato, roba simile. Mi sporgo a guardare l’amico: sta scrivendo cazzate sul smart phone. Cazzo. Tossisco. Tossisco più forte. Faccio movimento. Creo spostamento d’aria. Niente. Però in fondo quel russare non mi impedisce niente, per cui alla fine mi sforzo di non badarci troppo. E funziona.

E dopo i titoli di coda, in uno slancio di umanità, sapete cosa faccio? Offro a entrambi un amaro. Così. Non so perchè. Tra l’altro l’operazione mi costa ben sei Euro… beviamo e chiacchieriamo due minuti, poi uno di loro mi chiede:

“Visto che abitiamo vicini, torniamo a casa insieme?”

Eh no, caro, adesso non esageriamo con la simpatia… dopotutto sono sempre un individuo soggetto a misantropia galoppante. “Guarda, in verità sto scappando al volo e passo prima da un’altra parte.”

“Va bene, fa niente.”

Un cenno con due dita unite vicino alla tempia, all’americana. “Ci russiamo in faccia presto.”

15 thoughts on “Al cinema da solo

  1. Sei troppo bravo caro il mio TD… l’ultima volta è finita “a pacche”, con due fighetti bolognesi di ‘sta minchia che sono scappati dal multisala, abbandonando lì un loro amico disabile (giuro) e io che li inseguivo tra la folla per prenderli a calci nel culo… (ero con un’amica che aveva chiesto loro con molta genitlezza di parlare più piano, manco di tacere e loro le hanno detto di non rompere i coglioni! Sono stato in silenzio fino a che non si sono accese le luci, ho fatto notare sobriamente (non scherzo) loro quanto fossero poco gentleman e mi hanno pure risposto…(il massimo dell’insulto per loro è stato darmi del marocchino, vai a capire, i bolognesi sono strani…) Quando ho alzato leggermente la voce e il tono (una serie di bestemmie da far impallidire il bambin gesù fino a farlo diventare ateo) si sono allontanati e mi hanno lanciato una bottiglia d’acqua vuota… Con un balzo felino da sciatica ho scavalcato la fila e ho cominciato a menare le mani tra la folla allibita). Un’altra volta me la sono presa furiosamente con due vecchie che si spiegavano a vicenda il film e anticipavano (senza azzeccarne una, le scene). C’è mancato poco che non prendessi a calci in culo pure loro… e poi, poi quando vado con la bimba… il casino dei marmocchi non mi dà fastidio. Dopo un po’ si tranquillizzano per vedere il film (che è per loro e quindi potrebbero anche fare casino) se non fosse per i genitori microcefali che parlano tra loro, al telefono e ai figli che vorrebbero seguire in pace senza vari: hai sete, fame, paura? Poi quelli crescono, vanno in un multisala, rispondono male alle amiche di certi poco raccomandabili soggetti che li prendono a calci nel culo mentre scappano, lasciando indietro un handicappato.. MALEDETTI MALEDETTI MALEDETTI tutti…

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  2. state diventando due vecchiacci malmostosi, state…
    a me capita di andare a teatro da solo (una sala un po’ off, ovviamente) ma ancora non ho fatto a botte con nessuno. rimedierò…

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  3. Cazzarola fare a botte a teatro…. mi piace, domani vado a un qualche spettacolo e al primo pretesto…

    Sul fatto di essere due vecchiacci… sì, somigliamo sempre più a Statler e Waldorf

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  4. L’ultimo film che ho visto al cinema credo sia stato nel 2006 o 2007.

    Fortunatamente sempre avuto pochi problemi con il resto della gente tranne una volta, ero molto piccolo ed ero al cinema con mio padre, uno aveva iniziato a parlare troppo e dall’altra parte della sala è arrivato un urlo tipo: “Oh la smetti o ti piglio a calci in culo”… c’è stato silenzio religioso per tutto il film.

    La cosa che mi dà più fastidio è chi mangia… già mi da fastidio il rumore della masticazione, in genere, al cinema col silenzio diventa realmente insopportabile… ma non riescono a stare senza ingurgitare schifezze per un paio d’ore? Poi magari vanno in palestra sti gonzi… mah

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  5. Per non parlare degli amici telecronisti eterni, di quelli che “ah vedi! io lo sapevo che alla fine faceva così!” oppure “che palle, se vede che l’hai scelto tu” e il tutto soffiando nel tuo orecchio; delle amiche che ti fanno fare tardi per affrescarsi la faccia (quando si tratta soltanto di vedere un film e andare a casa…), di quelli che durante l’intervallo di 5 minuti a malapena, oltre alle esigenze della vescica assecondano anche quelle meno legittime del vizio del fumo facendoti poi accartocciare le gambe per poter passare tra le poltrone e posizionarsi facendoti perdere frazioni di secondo del film perchè inframezzato dal loro culo.
    Si, andare al cinema da soli è molto meglio, andare quasi ovunque, da soli, è molto meglio.

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  6. Io, la penso uguale, estendendolo anche nello andare a sciare, cioè ogni tanto mi accodo agli altri, ma più spesso vado da solo, un po’ mi preoccupo non ho ancora raggiunto i quaranta, ma poco ci manca. Gran bel post!

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  7. grazie Daniele! 🙂 io credo che un pò di voglia di fare cose da soli sia salutare.. noi italiani siamo troppo legati al branco, dovremmo essere più anglosassoni e introspettivi cazzo 😀 mica troppo eh? un pò

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  8. Pingback: Dritte | : kaizenology :

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